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Coveredinlayers

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Sumaia o Sumi dipende dalle occasioni, dai contesti, in alcuni sono conosciuta con il nome che ho all’anagrafe in altri con il nome che mamma e papà hanno deciso di darmi “per fare prima”. Poi c’è @coveredinlayers, non so dirvi esattamente quando o come è nata, so solo che ero alle medie quando mi prendevano in giro perché ero coperta in strati, quello che non capivano è che in realtà non facevano altro che descrivere come mi vestivo. Così qualche anno dopo ho deciso di farne la mia bandiera.

 Oggi a 10 anni da quando frequentavo quella classe, non riesco a fare a meno di pensare a come all’epoca il fatto che mi coprissi i capelli passasse in secondo piano, non era rilevante e tanto meno nessuno aveva la presunzione di sapere come è meglio che mi mostri al mondo. È anche vero che allora nessuno parlava di noi, ora lo fanno anche in troppi e con la stessa modalità di escluderci dalla conversazione. Proprio perché non mi sono mai sentita rappresentata da nessuna delle storie che la TV, la radio e i giornali attribuivano alle donne che appaiono come me, ho deciso di scriverne una diversa.

Avevo 17 anni quando mi sono resa conto di avere due opzioni accettare la narrazione che mi veniva attribuita o scrivere la mia. Ho optato per la seconda! Perché non esiste un solo modo di essere italiani, non c’è mai stato nessun conflitto tra occidente ed oriente nella mia vita, anzi sono figlia dell’occidente, è l’unica società in cui ho vissuto. Ma soprattutto mi sentivo espropriata di qualunque proprietà intellettuale e gli aspetti più ordinari della vita e dello stare insieme sembravano appartenere solo agli altri. Così ho preso in mano il telefono ed ho iniziato a raccontare quanto normale fosse la mia vita.

 

Sono passati circa 5 anni da allora, mi sono costruita una professionalità nella comunicazione, di cui mi avvalgo per promuovere inclusione e diversità. Se ve lo state chiedendo, no non è stato affatto facile e non lo è tutt’ ora, ma vi svelerò un segreto non è vero che se ci mostra in un certo modo o se si hanno determinate non si può accedere a determinate professioni, la verità è che devi provare ad essere due volte migliore di tutti gli altri, devi avere il coraggio di proporti, la pazienza di accettare rifiuti e la volontà di continuare a provare e la perseveranza di volere sempre raggiungere nuovi traguardi. Per costruire l’Italia di domani serve eccellenza e tutte possiamo eccellere, basta capire come. Questo è quello che spero di trasmettervi.

Ed è anche il motivo per cui non appena Keltoum e Fatiha mi hanno proposto di fare parte del loro nuovo spazio blog, ho deciso di cogliere l’opportunità al volo, perché se oggi Hijab Paradise esiste è grazie al coraggio, che queste due giovani donne hanno avuto di credere nei propri sogni.

Sumaia

Instagram: @coveredinlayers 

e-mail: coveredinlayers@gmail.com

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