Cristina si è convertita all'Islam nel 2008 e ha iniziato a indossare l'hijab da subito. All'inizio si sentiva osservata e in imbarazzo, soprattutto da parte degli anziani. Anche sua madre ha reagito male, non volendo più uscire con lei. Cristina ha superato questo momento difficile grazie alle parole di sua sorella, che le ha fatto capire che deve essere orgogliosa della sua religione e della sua scelta. Ora Cristina è fiera del suo hijab e della sua fede.
Salam aleikum,
Vi racconto la mia storia:
Mi sono convertita nel 2008 e ho iniziato a mettere l'hijab da subito. Quando uscivo mi sentivo sempre osservata, ed infatti era così, ma i peggiori erano gli anziani: mi squadravano dalla testa ai piedi ed io mi sentivo molto in imbarazzo.
Questo perché all'inizio non ero capace, quindi facevo dei pasticci assurdi.
Guardavo dei tutorial, ma a metà mi sembravano troppo difficile e mollavo. La cosa più brutta è stata la reazione di mia mamma che non voleva più uscire con me perché tutti mi guardavano. È andata avanti così per 1/2 mesi poi è intervenuta mia sorella che le ha detto una frase che l'ha fatta riflettere
SOTTO QUEL FOULARD C'È SEMPRE TUA FIGLIA, FREGATENE DELLA GENTE
L'ultima parte della frase ha fatto riflettere anche me, ho iniziato ad essere orgogliosa della mia religione e della mia scelta. Se la gente vuole guardare faccia pure, non mi sento più in imbarazzo, anzi cammino sempre a testa alta.
Ho una bambina di 6 anni che ogni tanto chiede di mettere l'hijab per assomigliare alla sua mamma e questa cosa mi rende felice!
Ogni tanto al parco qualche amichetta di mia figlia le chiede perché la sua mamma ha la testa coperta e lei risponde semplicemente È MUSULMANA. Sono fiera del mio hijab e della mia religione.
Cristina
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La tua testimonianza potrebbe aiutare le ragazze che stanno considerando l'idea di indossare il Hijab, offrendo loro un punto di vista autentico e reale. Inoltre, potrebbero anche promuovere una maggiore comprensione e accettazione all'interno delle nostre comunità e nella società in generale.
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